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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Il castello di Mercato San Severino

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Non lontano dal campus universitario di Fisciano sorge, sulla vetta di un monte, un bellissimo castello che vale la pena andare a vedere: il castello dei Sanseverino. Castello nei pressi di Mercato San Severino, in provincia di Salerno Il castello ha una bellissima cinta muraria, ben conservata; la sua struttura ricorda quella della vicina Avella, di cui abbiamo parlato in un precedente post, e sulla vetta del monte, si nota il maschio, ossia il nucleo principale della struttura militare. Come nasce questo castello? La vallata in cui sorge era zona di traffici: la direttrice che va da Sarno a Salerno, in questo punto, confluisce con la strada che conduce dalle vallate irpine verso Salerno; inoltre siamo nei pressi dei confini occidentali dell'appennino (ad ovest, a una decina di chilometri, si apre la piana Campana; ad est, ci sono i massicci del Terminio). Ragion per cui, la zona è strategica per l'impianto di un castello. Ci penseranno i Longobardi, nel VII secolo do

I re taumaturghi, una falsa credenza

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Il rafforzamento della monarchia francese, e successivamente anche di quella inglese, fu agevolato altresì dalla credenza, destinata a perdurare per circa otto secoli, secondo la quale i Re di Francia e Inghilterra avessero il potere e le capacità di guarire le scrofole con il solo tocco delle loro mani. In precedenza, con il termine scrofole si indicavano infezioni molto diffuse di origine non tubercolare, che colpivano il viso e gli occhi, mentre oggi viene usato soltanto per individuare quelle infiammazioni delle linfoghiandole provocate dai bacilli della tubercolosi.    Re Enrico II di Francia che cura gli scrofolosi (Miniatura del XVI secolo) Tuttavia, sorvolando sui particolari medici e tornando alla credenza, possiamo affermare che nacque in Francia intorno all'anno Mille, per poi diffondersi in Inghilterra circa un secolo dopo; acquisì una enorme importanza proprio in quel periodo perché aiutò a mantenere viva l'idea della regalità, nonostante la debolezza della

I Mercenari del Medioevo: Gli Almogaveri

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Nel Medioevo ci furono periodi di guerra, ove molti eserciti ingaggiarono numerosi mercenari sia nei rispettivi paesi sia in quelli stranieri. Oggi parleremo dei mercenari Almogaveri, attivi in un contesto militare risalente al periodo d'oro tra il XIII e il XIV secolo (Reconquista Spagnola). La parola Almogaveri deriva dall'arabo " al-mughawir ", tradotto letteralmente come <il soldato che fa incursione in paese nemico>.  Di origine Aragonese-Catalana, gli Almogaveri erano soldati molto particolari, poiché privilegiavano la guerra di movimento e di sorpresa; assalivano il nemico all'improvviso, in modo tale da scompigliare facilmente il loro animo e le loro linee; una volta assalito si appropriavano di tutto ciò che potevano riportare indietro dalle scorrerie e dai raid. Almogaveri verso Maiorca, XIV Sec. Gli almogaveri erano armati alla leggera, con lancia, spada e pugnale; non possedevano cavalli, magari rubavano quelli di nemici all'occorrenz

L'opera che osò toccare il cielo

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Nella prima metà del quattrocento, una grande sfida ingegneristica coinvolse Firenze. L'opera più ardita mai tentata dall'uomo, fino a quel momento, stava per essere messa in atto. L'obiettivo era chiaro: superare in magnificenza tutte le altre chiese, dimostrare l'enorme potere conseguito dalla città, e creare un'icona che l'avrebbe resa celebre per sempre, nel mondo. Venne bandito un concorso di idee per capire come procedere, ma un solo uomo, uno dei geni più grandi della storia italiana insieme a Leonardo e Michelangelo, riuscì a trovare l'idea vincente. Il suo nome era Filippo Brunelleschi, e questa è la storia di come venne eretta la cupola di Santa Maria del Fiore. La gigantesca cupola che troneggia sulla città Il duomo di Firenze è un'opera maestosa ed immensa, iniziata in pieno medioevo: grandi artisti, del calibro di Giotto, hanno contribuito alla sua costruzione. La fabbrica divenne, nel corso dei decenni, così grande, che nessuno avev

Il gioco degli scacchi nel Medioevo

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In epoca medievale, i giochi con i dadi e successivamente quelli con le carte (non si sa con certezza quando le carte siano effettivamente approdate in Europa), erano considerati come passatempi da taverna legati alla fortuna e all'azzardo, legati a doppio filo col bere smodato, con le risse e le bestemmie. Gli scacchi, invece, godevano di ben altra considerazione, in quanto reputati dai predicatori come gioco d'ingegno, quindi meritevole di rispetto, una sorta di sottile e ricercato passatempo di sovrani e aristocratici. Ebrei intenti a giocare a scacchi, dal Codice Alfonsino del 1283 Per risalire agli albori del gioco degli scacchi, bisogna guardare all'India del VI secolo; da lì si diffuse verso l'Oriente e, passando la Persia, approdò in Occidente. Durante il loro lungo percorso dall'Oriente verso l'Europa, gli scacchi furono oggetto di modifiche, alcune delle quali sostanziali. I pezzi corrispondenti al Re, al Cavallo e ai Pedoni rimasero invariati

Historie Medievali: Le Ricette della Tavola Rotonda

Le ricette che vi proponiamo oggi sono le seguenti:  "Zuppa di erbe alla valligiana (XV sec.)" e delle "Quaglie ripiene allo spiedo (XV ?)". Pertanto se si volesse preparare una di queste ricette, sarebbe opportuno usare delle pentole prettamente di rame o terracotta, in modo tale da avere un sapore migliore rispetto alle normali batterie di pentole che usiamo oggi. Inoltre, anche gli utensili come forconi, schiumarole o cucchiai, dovrebbero essere possibilmente di legno. In mancanza di utensili in legno, procedete con quelli odierni. ZUPPA DI ERBE ALLA VALLIGIANA Dosi: 4 persone Categoria: Minestre e zuppe Tempo di cottura: 20 minuti Cucina: Piemontese Ingredienti: 1lt di brodo di verdure e carne. 1Kg di erbe miste di stagione. 500 gr. di pane grosso tradizionale raffermo. 200 gr. di Toma (formaggio italiano piemontese) locale morbida e grassa. 50 gr. di Toma o altro formaggio da grattugia. 50 gr. di cipolla. 40 gr. di burro. 2 gr. di bacche di

Historie Medievali The life of: Maometto, parte seconda

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Nell'anno 617, Maometto è costretto a lasciare il regno di Axum. Anche lì si è fatto troppi nemici, troppe persone che odiano il suo clan ed i suoi ideali. Ma di cosa tratta l'ideale di Maometto? Perché induce un rifiuto tanto viscerale da arrivare addirittura a perseguitare lui e coloro che lo seguono? Innanzitutto Maometto predicava l'esistenza di un unico Dio, allacciandosi così all'ebraismo e al cristianesimo; inoltre, voleva porre fine ad una serie di idolatrie che nascono sempre quando le religioni divengono di massa. La cultura religiosa araba del 600 d.C., come abbiamo detto nella prima parte, era politeista ed idolatra. Ma, oltre a ciò, era dedita all'abuso di alcool ed alla promiscuità sessuale, con ripercussioni negative sull'architettura sociale. Maometto voleva porre un freno a tutto ciò. In un certo senso, c'è una forte somiglianza con la figura di Gesù, che lo stesso Maometto apprezza profondamente, riconoscendolo come profeta. Maomett

Historie Medievali The life of: Maometto, parte prima

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Come può un orfano di padre e di madre, determinare, dal nulla, i destini del mondo medievale? C'è una persona che, nella storia, è stata in grado di farlo, stiamo parlando dell'uomo che ha gettato le basi della più giovane religione monoteista,  Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muṭṭalib al-Hāshimī , conosciuto come Maometto. Maometto predicante. Miniatura conservata alla biblioteca nazionale di Parigi Maometto nasce in un clan di mercanti della Mecca appartenente alla tribù dei    Banū Quraysh. Convenzionalmente, si ritiene sia nato nel 570 d.C. Orfano di padre e di madre fin dalla più tenera età, viene affidato ad un'altra tribù che, a differenza della sua di origine, pratica il nomadismo. In seguito viene affidato a suo nonno, con il quale conosce alcuni arabi che praticano una religione monoteista precedente a quella islamica. Maometto, come molti altri arabi di allora, si riteneva un discendente diretto di Ismaele, un figlio di Abramo.  Mi

La pratica dell'ordalia

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L'ordalia (dal germanico antico "ordal",ovvero "giudizio di dio") era una pratica giuridica con cui l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato, venivano accertate sottoponendo il malcapitato ad una prova dolorosa. L' imputato risultava innocente se, al completamento della prova, non riportava ferite o se le lesioni provocate, guarivano quasi subito. Prima dell'inizio dell'ordalia del fuoco, tutti i partecipanti dovevano prendere parte a un rito religioso. Tale rituale poteva protrarsi anche per tre giorni, nel corso dei quali, gli accusati dovevano partecipare a preghiere, digiuni, sottoporsi ad esorcismi, ricevere svariate tipologie di benedizioni e prendere i sacramenti; soltanto dopo si dava inizio alla vera e propria ordalia che poteva avere diverse modalità di esecuzione. L'ordalia del fuoco Una di queste consisteva nel trasportare, da un punto prestabilito ad un altro, un pezzo di ferro incandescente, che poteva pesare tra i